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ESAMI DIAGNOSTICI

Sempre necessari?
ESAMI DIAGNOSTICI
ESAMI DIAGNOSTICI: SEMPRE NECESSARI?

Gli esami di diagnostica per immagini, come radiografia, risonanza magnetica, ecografia, TAC, permettono di ottenere un’immagine delle strutture anatomiche del corpo. L’”imaging” aiuta i medici a diagnosticare un disturbo, a determinarne la gravità e a monitorare le persone dopo la diagnosi. La maggior parte di questi esami è indolore, relativamente sicura e non invasiva.

Ma è effettivamente utile?

In parole povere, “fotografare” l’eventuale alterazione in un tessuto del corpo ci può aiutare a comprendere l’origine di segni e sintomi della persona?

 
Nel caso di problematiche a muscoli e articolazioni, non sempre. Avere dolore non equivale necessariamente alla presenza di un “danno” nella struttura.
Studi scientifici recenti hanno riscontrato la presenza di anomalie alla risonanza magnetica in soggetti totalmente privi di sintomi. Di seguito ne abbiamo riportati alcuni:

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 ◾️ Nel 2015 Hiroaki Nakashima e collaboratori hanno sottoposto a risonanza magnetica cervicale più di 1200 soggetti dai 20 ai 70 anni, senza alcun dolore al     collo. La presenza di problematiche ai dischi inter-vertebrali è stata comunque riscontrata nel 90% dei casi.
 ◾️ Sempre nel 2015 Jonathan M. Frank e co. hanno analizzato tutti gli studi fatti fino a quel momento sulla prevalenza di problematiche di anca in persone   asintomatiche. Due terzi di esse presentava almeno un disturbo all’articolazione.
 ◾️ Nel 2020 Laura M. Horga e collaboratori hanno valutato 230 soggetti senza dolore alle ginocchia. Anche in questo caso la maggior parte dei volontari (il 97%)   presentava anomalie in almeno una struttura dell’articolazione.



 

A questo punto, in caso di insorgenza di sintomi, come facciamo ad imputare quegli stessi reperti radiologici di essere responsabili del quadro clinico?
Diversi fattori concorrono a generare il dolore percepito dalla persona. La letteratura suggerisce che non ci si dovrebbe fermare al solo esame diagnostico che anzi, in alcuni casi, dovrebbe anche essere evitato.
Le ultime linee guida sulla gestione del mal di schiena indicano infatti di ricorrere a radiografia o risonanza magnetica solo in caso di sospetto di patologie specifiche o gravi. Si è infatti visto che il ricorso all’”imaging” è associato a maggiore medicalizzazione, con costi più alti e addirittura prognosi peggiore.
 

Concludendo, gli esami diagnostici rappresentano uno strumento utilissimo, ottimizzato continuamente dalle più recenti tecnologie. Tuttavia non sempre rappresentano la strada per comprendere il sintomo lamentato dal paziente. In alcuni casi possono essere fuorvianti e addirittura non raccomandati per i costi elevati e l’associazione ad una peggiore prognosi.